SPRING organizza il Biodiversity Day

Lo scorso 15 maggio, SPRING, nel contesto del Progetto europeo CircHive , ha organizzato presso la sede di Fondazione UNIMI, il “Milan Biodiversity Day“, riunendo esperti e stakeholder del settore agroalimentare, per un confronto sui temi di biodiversità.

Oltre alle presentazioni stimolanti da parte di imprese, collaboratori locali e istituti di ricerca, un panel di discussione ha unito queste prospettive sotto i temi di biodiversità, agricoltura e integrazione intersettoriale.


La discussione ha fatto emergere sia idee fondamentali da ciascun campo rappresentato dai relatori, sia strategie all’avanguardia. Si è spaziato dall’esperienza ventennale di Barilla in materia di sostenibilità alle possibilità offerte dal DNA barcoding per migliorare l’affidabilità dei dati nel monitoraggio della biodiversità.


Sergio De Pisapia, di Barilla, ha sottolineato l’importanza di un approccio dal basso verso l’alto, cioè partire dagli agricoltori per poi arrivare all’azienda, e non viceversa.
“È più facile per gli agricoltori accettare un nuovo metodo di lavoro se iniziamo collaborando con alcuni agricoltori pionieri e poi condividiamo le esperienze.” Barilla fornisce anche incentivi economici per rendere i cambiamenti sostenibili anche dal punto di vista finanziario.


Jessica Frigerio, dell’Università di Milano-Bicocca, ha presentato un nuovo metodo di monitoraggio della natura: il DNA barcoding. Il nome richiama il codice a barre dei prodotti nei supermercati, dove ogni codice corrisponde a un solo prodotto. Analogamente, una sequenza standardizzata di DNA, detta “barcode”, corrisponde a una sola specie, che può essere identificata cercando il codice in un database. I ricercatori dell’università hanno raccolto finora oltre 10.000 specie in Italia. Il DNA barcoding può essere usato per studiare specie a rischio, specie invasive e interazioni tra impollinatori e piante.


Il professor Alessandro Banterle ha evidenziato la necessità di unire i sistemi del valore umano, del cibo e della natura, oggi trattati separatamente, promuovendo legami più profondi tra le persone, la terra e l’origine del cibo. Rafforzare questi legami può aiutarci a riconoscere la biodiversità come bene pubblico.
Ha affermato: “Le aziende devono cercare di comunicare al consumatore l’importanza della biodiversità.” Tuttavia, ha anche sottolineato come la biodiversità possa essere vista come un’esternalità positiva della bioeconomia e, in quanto tale, meritevole di supporto pubblico.


Adriana Versino, di SIMBIOSI, ha raccontato che collaborano con diversi tipi di imprese, incluse quelle immobiliari, poiché alla fine tutti dipendiamo dalla natura. Pertanto, dobbiamo anche prepararci meglio agli shock che il sistema subisce a causa del cambiamento climatico e della perdita di biodiversità.


Stefania Trenti, di Intesa Sanpaolo, ha sottolineato l’importanza, per le istituzioni finanziarie, di andare oltre l’analisi dei rischi e considerare la biodiversità come un pilastro per le strategie di crescita.


Marion Hammerl, della Lake Constance Foundation, da anni attiva nell’integrazione della biodiversità nella politica agricola europea, ha ribadito la necessità di spostare l’attenzione dai costi delle misure sulla biodiversità agli investimenti per il futuro.

La biodiversità può diventare un nuovo orizzonte per la crescita se i sistemi produttivi, industriali e finanziari vengono intrecciati con i sistemi del valore umano ed ecologico.